RIPARTIRE DA GIORDANO BRUNO

RIPARTIRE DA GIORDANO BRUNO ESCAPE='HTML'

Dalla precedente pagina sulla “COMPRENSIONE DELLE GENEALOGIE DEI VANGELI” emerge che l’astrologia come opposizione ai vangeli e l’astrologia spirituale come continuazione dell’opera di Giordano Bruno, vanno distinte.
Nelle pagine precedenti ho mostrato i punti di vista che permettono di conoscere come la direzione dell’umano si sia posta TUTTA sotto l’influsso del Cristo, ed ho accennato ad altre forze che, pur essendo rimaste indietro, operano ugualmente a lato di quell’influsso. Questo avviene anche oggi, e si manifesta in certe posizioni che furono assunte rispetto ai vangeli. Furono addirittura pubblicati libri in cui ci si sforzava di mostrare che i vangeli si potevano capire se astrologicamente interpretati. E molti oppositori ai vangeli si richiamano ancora oggi a questa interpretazione astrologica: così per esempio il passaggio dell’arcangelo Gabriele da Elisabetta a Maria non significherebbe altro che il passaggio del Sole dalla costellazione della Vergine ad un’altra. In un certo senso questo è anche giusto; solo che coloro che inseriscono nello spirito del tempo odierno questo modo di ragionare sono entità retrograde, rimaste indietro già nel periodo egizio-caldaico. Con influssi come questi si vuol far credere che i vangeli espongano solo allegorie di situazioni astrologiche. In verità le cose stanno diversamente: nel Cristo si esprime TUTTO il cosmo, si può quindi esprimere la vita del Cristo mettendone in rapporto gli eventi con le situazioni cosmiche agenti continuamente nell’esistenza terrestre tramite il Cristo. In tal modo, una giusta comprensione di questi fatti deve condurre al pieno riconoscimento del Cristo vissuto sulla terra; l’errore prima accennato, invece, quando rileva che nei vangeli la vita di Cristo si esprime attraverso situazioni astrologiche, crede che ciò dimostri che si tratti esclusivamente di allegorie stellari, mentre non sarebbe mai esistito realmente un Cristo terrestre.
Il paragone seguente può chiarire meglio: immaginiamo ogni uomo sotto l’aspetto di uno specchio sferico. Uno specchio sferico rende le immagini di tutto quanto lo circonda. Immaginiamo di segnare sullo specchio con il pennarello i contorni delle immagini che riproducono tutto il mondo circostante. Ciò potrebbe rappresentare un simbolo del fatto che, alla nascita, OGNI UOMO porta in sé una riproduzione del cosmo, e che per tutta la vita lo accompagna poi l’effetto di quell’unica immagine. Si potrebbe però anche lasciare lo specchio com’è, e questo, ovunque si trivi rispecchierebbe il mondo circostante: in ogni istante riprodurrebbe tutto intero il mondo circostante. Questo sarebbe un simbolo del Cristo dal battesimo nel Giordano al mistero del Golgota. CIÒ CHE IN OGNI UOMO FLUISCE NELL’ESISTENZA TERRENA ALLA NASCITA, NEL CRISTO GESÙ CONTINUÒ A FLUIRE IN OGNI SINGOLO ISTANTE. E QUANDO SI COMPÌ IL MISTERO DEL GOLGOTA, CIÒ CHE DAL COSMO ERA STATO IRRADIATO PENETRÒ NELLA SOSTANZA SPIRITUALE DELLA TERRA E DA ALLORA È CONGIUNTO CON LO SPIRITO DELLA TERRA.
Quando Paolo a Damasco divenne chiaroveggente, poté riconoscere che qualcosa che prima si trovava nel cosmo era penetrato nello spirito della Terra. Il Cristo assunse Krishna stesso come suo involucro animico. La luce che Paolo vide era Krishna stesso che il Cristo nella sua incarnazione in Gesù di Nazaret aveva assunto come suo involucro animico. Il giusto contenuto dell’unitario Brahman, il Cristo, risplendeva della luce di Krishna, la quale, tramite l’evento del Golgota, ora avvolgeva tutta la terra e così apparve a Paolo facendolo cadere da cavallo.
Potrà persuadersene chiunque saprà portare la propria attività interiore fino al punto da rivivere l’evento di Damasco. Oggi, terzo millennio, vi sono uomini che, per primi, rivivono spiritualmente l’esperienza del Cristo fatta da Paolo.
Ecco la preveggenza di Rudolf Steiner, Pontefice dei Nuovi Tempi, al quale si rifà la maggior parte del contenuto di tutto questo manoscritto-ricerca (e di questo sito): “Nel secolo ventesimo vi saranno uomini che, per primi, rivivranno spiritualmente l’esperienza del Cristo fatta da Paolo”!
“Mentre prima dei nostri giorni fu accessibile solo a coloro che avevano acquisito forze chiaroveggenti attraverso una disciplina esoterica, in avvenire la visione del Cristo nella sfera spirituale della Terra diverrà possibile per l’evoluzione naturale delle forze dell’anima umana. A partire da un certo momento [nel 1989, Plutone, il pianeta della kenosi paolina, cioè dello svuotamento di sé che rinnova creativamente la spiritualità di ogni uomo, ha iniziato ad avere il suo massimo influsso sull’umanità - ndr] del secolo ventesimo, questo rinnovamento dell’evento di Damasco sarà possibile per alcuni uomini; in seguito, il loro numero andrà aumentando, finché in un lontano avvenire esso sarà una facoltà naturale dell’anima umana”.
Con l’avvento del Cristo nell’evoluzione terrestre si realizza una direttiva completamente nuova nell’evoluzione stessa, e ciò si manifesta anche nei fatti storici esteriori. Nei primi tempi dell’evoluzione post-atlantica gli uomini sapevano benissimo che i pianeti Marte, Giove o Saturno non sono solo materiali, ma anche espressione di entità immateriali, spirituali. Questa concezione fu poi del tutto dimenticata ed i corpi celesti furono per l’opinione degli uomini, corpi da stimare solo fisicamente. Nel medioevo gli uomini vedevano nelle stelle solo ciò che potevano scorgere con gli occhi: la sfera di Venere, quella del Sole, di Marte, e così via fino alla sfera del cielo delle stelle fisse; seguiva poi l’OTTAVA SFERA, come una PARETE AZZURRA E SOLIDA, che stava dietro alle altre. Venne poi Copernico a offrire la nuova opinione secondo la quale l’unica norma di conoscenza dovesse essere ciò che appare ai sensi. Gli scienziati poterono, e ancor oggi, possono così dire: “Ecco che certi pasticcioni vorrebbero ancora dirci che tutto è maja (termine sanscrito che significa “illusione) e che per conoscere la verità occorre percepire un mondo spirituale; ma sappiamo tutti che la vera scienza è proprio solo quella che si attiene ai sensi e che registra ciò che i sensi percepiscono”.
A questo ragionamento manca tuttavia un tassello importante: quando mai gli astronomi si sono affidati solo ai sensi? Forse quando dominava la scienza astronomica che oggi viene combattuta? L’astronomia moderna iniziò come scienza quando Copernico cominciò a concepire ciò che esiste nello spazio cosmico DIETRO l’apparenza sensibile. LO STESSO VALE PER TUTTI I RAMI DEL SAPERE: OVUNQUE SI SVILUPPI UNA SCIENZA, nel senso più moderno della parola, QUESTA SI SVILUPPA CONTRO L’APPARENZA DEI SENSI. Ciò che oggi chiamiamo scienza nasce proprio quando Copernico afferma: quello che voi vedete è illusione, quindi dovete affidarvi a ciò che non potete vedere! Si potrebbe quindi replicare al rappresentante della scienza odierna o al cosiddetto esperto scientifico: proprio la tua scienza diventa tale solo quando i suoi esponenti decidono di non fidarsi più dei sensi.
Poi comparve Giordano Bruno come interprete filosofico del copernicanesimo e fu fatto fuori dalla chiesa cattolica. Questo però non toglie che Giordano Bruno, osservando lo spazio cosmico, annunciò per la prima volta che quel limite del mondo, QUELL’OTTAVA SFERA IPOTIZZATA, NON È AFFATTO UN LIMITE! Come limite è maja, apparenza, illusione, dato che UN’INFINITÀ DI MONDI SI TROVA SPARSA NELLO SPAZIO COSMICO. Dunque ciò che prima si riteneva essere il confine dello spazio, divenne con Giordano Bruno il limite del mondo sensibile degli uomini. Pertanto con Giordano Bruno l’uomo può incominciare a dirsi: guardando sovrasensibilmente il mondo, cioè oltre il mondo dei sensi ordinari, non scorgo più il mondo così come tali sensi me lo presentano, potrò conoscere illimitatamente l’infinito.
Risulta da tutto questo che nel corso dell’evoluzione l’uomo prende le mosse da un’originaria visione spirituale del cosmo e che la perde nel corso dei tempi, quando la sostituisce con una concezione del mondo esclusivamente fondata sui sensi. A QUESTO PUNTO (12°-13° secolo dopo che Cristo apparve nell’elemento fisico) FA IL SUO INGRESSO NELL’EVOLUZIONE L’IMPULSO DEL CRISTO, GRAZIE AL QUALE L’UMANITÀ VERRÀ RICONDOTTA A IMPRIMERE L’ELEMENTO SPIRITUALE NELLA CONCEZIONE MATERIALISTICA. Quando poi Giordano Bruno infrange i ceppi dell’apparenza dei sensi, nella sua attività interiore l’evoluzione dovuta al Cristo è talmente progredita da lasciare agire, appunto, quella forza accesa dall’impulso-Cristo. Oggi bisognerebbe almeno accorgersi dell’importanza di fatti come questo se si vuole veramente lavorare senza terrorismi di Stato o di altra natura confessionale. Bisognerebbe almeno indicare che la penetrazione del Cristo ha senso solo se la si riesce a vedere in ogni aspetto dell’evoluzione umana. Solo così può iniziare il cristianesimo, di cui l’umanità odierna si trova solo all’inizio del suo sviluppo.
A COSA ASPIRA DUNQUE LA SCIENZA DELLO SPIRITO? ASPIRA AL COMPIMENTO DELL’OPERA CHE PER LA SCIENZA FISICA ESTERIORE FU INIZIATA DA GIORDANO BRUNO E DA ALTRI, AFFERMANDO INNANZITUTTO CHE CIÒ CHE LA SCIENZA ESTERIORE PUÒ CONOSCERE È MAJA, ILLUSIONE.
Come in passato si guardava su, fino all’“OTTAVA SFERA”, e si credeva limitato lo spazio, così il pensiero odierno crede che l’uomo si trovi limitato tra la nascita e la morte ma la scienza spirituale estende la vista, oltre la nascita ed oltre la morte.
Nell’evoluzione dell’umanità c’è dunque una connessione ininterrotta che si può riconoscere da idee come queste: le concezioni di Copernico e di Giordano Bruno, relative al superamento dell’apparenza sensibile in merito allo spazio, scaturirono da ispirazioni della medesima corrente spirituale di cui è seguace anche e soprattutto la scienza spirituale di Rudolf Steiner, che fu il primo ad accorgersene.
L’esoterismo dei tempi nuovi esercitò segretamente la sua influenza su Copernico, Bruno, Keplero e altri. Chi oggi condivide le idee di Bruno e di Copernico, ma non vuole accogliere la scienza dello spirito, è in deficit rispetto alle loro ed alla propria tradizione, nella misura in cui pretende attenersi solo all’apparenza dei sensi. La scienza dello spirito invece dimostra che così come Giordano Bruno spezzò l’azzurra volta celeste, allo stesso modo questa scienza spezza per l’uomo i confini di nascita e morte, mostrando come l’uomo proveniente dal macrocosmo viva nell’esistenza fisica, per poi rientrare, attraverso la morte, in un esistenza macrocosmica. Quello che vediamo in misura limitata in ogni singolo uomo, ci si presenta in grande nel rappresentante dello spirito cosmico, vale a dire nel Cristo. L’impulso cosmico dato dal Cristo poté essere dato una sola volta; una sola volta il cosmo intero ha potuto rispecchiarsi così perché la costellazione di allora non si ripeterà più. E com’è vero che quella costellazione non si verificherà una seconda volta, così è vero che il Cristo s’incarna una volta sola. Sia ben chiaro perciò che è sbagliato dire che il Cristo possa apparire più d’una volta sulla terra. Questo errore può farlo solo chi ignora che il Cristo è il rappresentante di tutto l’universo. Se continuerà a poggiare su questa ignoranza non riuscirà a conquistarsi la concezione del Cristo del terzo millennio, i cui elementi sono forniti dalla scienza dello spirito.
DALLA MODERNA CONCEZIONE SCIENTIFICO-SPIRITUALE SCATURISCE ESSENZIALMENTE L’IDEA DELLA COSMICITÀ DEL CRISTO, CHE IN MODO NUOVO MOSTRA ALL’UOMO LA SUA AFFINITÀ CON L’INTERO MACROCOSMO. Per imparare a conoscere davvero il Cristo, occorrono realmente le forze ispiratrici che adesso si manifestano grazie alle antiche entità egizio-caldaiche, OVVIAMENTE NELLA MISURA IN CUI SARANNO GUIDATE DAL CRISTO. È necessaria una tale NUOVA ispirazione: UN’ISPIRAZIONE CHE FU PREPARATA DAI GRANDI ESOTERICI DEL MEDIOEVO, A PARTIRE DAL SECOLO TREDICESIMO E CHE A PARTIRE DAI GIORNI NOSTRI DIVERRÀ SEMPRE PIÙ DI DOMINIO PUBBLICO. Se l’uomo si preparerà - nel giusto modo conforme a questa scienza - a conoscere il mondo dello spirito, usufruirà, grazie alla vista e all’udito soprasensibili, della chiaroveggenza di ciò che rivelano le antiche potenze egizio-caldaiche, divenute ora guide spirituali al seguito dell’entità Cristo. Ciò che in futuro sarà offerto all’umanità, nei primi secoli cristiani e fino ai nostri tempi poté soltanto essere preparato. Ecco perché nel terzo millennio vivrà nei cuori umani un’idea del Cristo completamente diversa da quella di oggi, che è ben poca cosa in quanto praticamente ridotta a un “gesuanesimo”, relegato al catechismo cattolico di matrice romana (impero romano che non volle mai sparire del tutto e che si insinua negli ordinamenti attuali della cosiddetta legalità). NEL TERZO MILLENNIO VIVRÀ NELL’ATTIVITÀ INTERIORE DEGLI UOMINI UN’IDEA DEL CRISTO TALMENTE GRANDE CHE NULLA DI QUANTO FINORA L’UMANITÀ HA CREDUTO DI CONOSCERE LE PUÒ ESSERE PARAGONATO. Il primo impulso proveniente dal Cristo e le conseguenti concezioni avute finora (anche da parte dei migliori rappresentanti del principio-Cristo) non sono che una preparazione della vera conoscenza del Cristo.
Non è escluso (purtroppo) che a coloro che nell’occidente esprimeranno in tal modo l’idea del Cristo sarà rimproverato di non trovarsi sul terreno della tradizione cristiana occidentale! Infatti LA TRADIZIONE CRISTIANA DELL’OCCIDENTE NON È SUFFICIENTE PER COMPRENDERE IL CRISTO NEL PROSSIMO AVVENIRE.
Le premesse dell’esoterismo occidentale consentono di veder confluire la direzione spirituale dell’umanità sotto una guida esclusivamente proveniente dall’impulso del Cristo. Ciò che si manifesterà, e già si sta manifestando, come esoterismo moderno finirà per penetrare gradualmente nei cuori umani, e la guida spirituale degli umani sarà consapevolmente considerata sempre più sotto questa luce.
Sottolineo che inizialmente il principio-Cristo entrò negli umani per il fatto che il Cristo visse in Palestina nel corpo fisico di Gesù di Nazaret. In tal modo, coloro che erano andati affidandosi interamente alla fiducia nel mondo sensibile, poterono accoglierne quell’impulso nel modo corrispondente alla loro concezione. In seguito, grazie alle ispirazioni dell’esoterismo dei nuovi tempi, il medesimo impulso operò grazie a spiriti come Nicolò Cusano, Copernico, Giordano Bruno, Galileo Galilei; Copernico ad esempio mostrò che l’apparenza sensibile non può presentarci la verità sui sistemi solari, e che se si vuole trovare la verità, occorre indagare dietro tale apparenza.
Gli uomini di allora, anche molto avanzati come Giordano Bruno, non erano ancora maturi per inserirsi coscientemente nella nuova corrente esoterica, il cui spirito dovette agire in loro in modo ancora subconscio. Giordano Bruno annunciò in modo solenne e grandioso che quando un uomo nasce, è un quid di macrocosmico che si concentra in forma di una monade, e che quando l’uomo muore, tale monade torna a dilatarsi, così che quanto era racchiuso nel corpo si dilata nell’universo, per ritornare poi a concentrarsi e quindi a dilatarsi nuovamente in altre forme di esistenza. Nelle parole di Giordano Bruno si esprimevano allora dei concetti poderosi, assolutamente conformi all’esoterismo moderno, sia pure ancora in modo informe, quasi come un balbettio.
Gli influssi spirituali che guidano l’umano possono agire anche se non sempre l’uomo ne è cosciente. Sono ad esempio questi influssi a condurre l’uomo Galilei nel Duomo di Pisa. Migliaia prima di lui avevano visto l’antica lampada, ma non l’avevano vista come la vide lui. Lui vide la lampada oscillare e confrontò i tempi di oscillazione con i battiti del proprio polso, scoprendo scoprì così che la lampada oscilla con ritmo regolare, simile a quello del polso. Da questa osservazione trasse poi la scoperta delle leggi del pendolo nel senso della fisica moderna. Chi conosce la fisica moderna sa che la fisica non esisterebbe nemmeno senza i principi di Galileo. In quel modo agiva allora ciò che oggi si manifesta nella scienza dello spirito; Galileo venne a trovarsi nel Duomo di Pisa, e la fisica moderna ebbe le sue leggi. Così agiscono misteriosamente le forze spirituali che guidano l’umanità.
Ora siamo in un tempo in cui gli umani dovranno anche avere coscienza di queste forze di direzione. La precessione degli equinozi e il susseguirsi delle stagioni sono connesse con quelle forze in modo duplice, perché l’astrologia divenendo astrologia spirituale dovrà tener conto non solo dei segni ma anche delle costellazioni reali. Anche di questo gli uomini dovranno avere coscienza. Si capirà sempre meglio ciò che dovrà avvenire nel futuro se si comprenderà in modo giusto l’esoterismo moderno che fornisce le ispirazioni; e si scorgerà che le stesse entità spirituali che gli antichi egizi indicavano ai greci come i propri maestri, quelle entità che allora regnavano come divinità, oggi tornano a regnare, ma con la volontà di sottomettersi alla guida del Cristo. Gli uomini sentiranno sempre più profondamente di poter far risorgere, in forma più luminosa ed alta e a un superiore livello ciò che caratterizzò il mondo precristiano. La coscienza rafforzata che necessità allo spirito del tempo odierno e che deve avere un alto senso di responsabilità nei confronti della conoscenza del mondo spirituale potrà entrare nella nostra attività interiore solo se la missione della scienza dello spirito sarà compresa nel senso qui delineato.