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ISIS, DIVINITÀ A CONFRONTO

Īsis, sῐdis, f. (῟Iϭις), Iside, divinità degli Egizi, la Natura che genera e nutre ogni cosa, moglie di Osiride, madre di Oro, identificata dai Greci con Io, dagli Egizi con Demeter; chiamata anche dea linigera pel vestimento di lino dei suoi sacerdoti (Ov. Met. I,747). Il suo culto (Aegyptia sacra, Aegyptii ritus, consiste in lustrazioni, processioni e altre cerimonie segrete e spesso indecenti) fu introdotto ben presto in Roma, dove dopo essere stato ripetutamente vietato, finì per essere accolto definitivamente nell’epoca imperiale. Īsisdis sidus, il pianeta Venere, e Īsisidis crinis, corallo nero, Plin. – Derivazioni: a) Īsῐăcus, a, um, i, m. (Iϭιαкός), concernente  Iside, Isiaco; sostantivo, Īsῐăcus, i, m. (sc. Sacerdos), sacerdote d’Iside. b) Īsῐum (Īsëon [Plin. ep.  e Plin.], -um), i, n., tempio di Iside, Lampr. [Fonte: Ferruccio Calonghi, “Dizionario della lingua latina”, Ed. Rosenberg & Seller, Torino, 1951].

“Isis” è il nome del nuovo terrorismo a cui assistiamo all’inizio del terzo millennio.

Forse non è un caso che questo nome evochi anche la divinità degli antichi egizi.

Le maschere dei terroristi oscurano il loro volto durante le loro azioni terroristiche, evocando così la recente eclissi (2015), come una super maschera di luna sul mondo.

In quanto lunare, il problema dell’Isis, anche come dell’antica “Iside Ecate”, può essere risolto tramite la sua controparte solare, cioè tramite l’“Iside Sophia”, la dea sconosciuta.

La Vergine-lside-Sophia, grembo del mondo, della creazione, e dell’io, è una delle figure fondamentali della ricerca scientifico-spirituale attraverso cui ogni umano può raggiungere il Cristo, come Io-Logos, dissipatore di ogni equivoco umano, distruggitore della menzogna, e dissolutore dell’infero elemento lunare, io infero o inferiore, e cupo mondo della paura di cui soffre sulla Terra la psiche umana.
Come nella tradizione cristiana la Madre intercede per noi presso il Figlio, così nella ricerca scientifico-spirituale, la dinamica che congiunge la luce con l’umano, e/o il trascendente con l'immanente Iside-Sophia, o antroposofia, è la Via che l'uomo dovrebbe seguire per raggiungere il Logos originario (Massimo Scaligero, “Iside-Sophia. La dea ignota”, Ed. Mediterranee, Roma 2003).
Il problema dell’Isis infera del terrore può dunque essere risolto solo dalla sua controparte superiore o “supera”: alla luce del sole, cioè senza maschere, e senza eclissi o scotomizzazioni di sorta.

L’influsso dell’io è di gran lunga più potente di quello degli astri, e lo dimostra il fatto che l’uomo ha accumulato tanto esplosivo nucleare che se volesse potrebbe distruggere la Luna. Con tale azione però non risolverebbe nulla.

Allo stesso modo, l’oscurantismo della legge del taglione è risolvibile solo con una legge non scritta che è quella dell’io superiore.

Moglie di Osiride, e madre di Oro, Iside fu identificata dai Greci con “Io”.

Basterebbe prendere in mano un dizionario latino per conoscere l’Isis.

Il problema della conoscenza è esclusivamente umano. Ecco perché Rudolf Steiner intitola “L’individualità umana” un capitolo della “Scienza della libertà” (R. Steiner, “La filosofia della libertà”, cap. 6°).

Nella mitologia si parla dell’oscura “Iside-Ecate”, dall’egizio “Heka”, forza germinativa di “ka”, l’energia vitale, a cui è contrapposta quella luminoso della “Iside-Sophia”, ravvisabile come primigenia antroposofia, cioè a quanto aspirava già il compimento dell’opera che per la scienza fisica esteriore fu iniziata da Giordano Bruno (1548-1600) e da altri, affermando innanzitutto che ciò che la scienza esteriore può conoscere è maja, illusione. Dante (1265-1321) ne fu senz’altro il precursore, dato che vedeva già nella sua Beatrice la divina Sophia, che Jung considererà immagine dell’anima “psicopompa”, cioè dell’anima che ci “guida”.

«Già, ma - scrive a questo proposito Lucio Russo - dove potrebbe mai guidarci se, al di là delle realtà del corpo e dell’anima, non esistesse - come crede Jung - nessun’altra realtà? E chi mai sceglierebbe una guida che, anziché aiutarlo a raggiungere la vetta della montagna, lo portasse a casa sua? Nella “Divina Commedia” Beatrice è davvero “psicopompa” poiché conduce Dante a Dio; non può invece esserlo nella psicologia junghiana, dove manca una chiara distinzione tra il regno dell’anima e quello dello spirito» (L. Russo, “Incontro_18”, op. cit.). E continua, spiegando il cap. 6° de “La scienza della libertà” (op. cit): «Come vedete, Steiner ha ben ragione di dire che, volenti o nolenti, siamo tutti figli di quel decreto del Concilio di Costantinopoli (dell’869 d.C.) che dichiarò “ortodossa” la dottrina che vede l’uomo costituito di corpo e anima, ed “eterodossa” (o “eretica”) quella che lo vede invece costituito di corpo, anima e spirito. Sentite quanto dice appunto, alla voce “Spirito”, questo recente “Dizionario di teologia” (cattolica): “La finitezza dello spirito umano si manifesta principalmente nell’essere egli legato necessariamente all’incontro, frammentario e imprevedibile, con ciò che gli è altro ed estraneo e quindi al suo corpo come punto medio fra soggetto ed oggetto. Lo spirito umano non è quindi “puro spirito”, ma essenzialmente “spirito-anima””. Questa negazione “teologica” dell’immanenza dello spirito, sta però già da tempo producendo - come sarebbe stato del resto possibile prevedere - quella “scientifica” dell’anima. Una volta eliminato il cavaliere, si danno infatti ben poche speranze che la fanciulla non finisca prima o poi vittima del mostro che l’imprigiona» (Lucio Russo, “Amor, che ne la mente mi ragiona. Uno studio de ‘La filosofia della liberà’ di Rudolf Steiner, 2013”, pubblicato anche dieci anni prima dall’Osservatorio Scientifico Spirituale, cfr. http://www.ospi.it/ospi/libro/incontro_18.doc).

La triade “spirito-anima-corpo” è oggi mascherata nella diade che ha da un lato lo “spirito” e dall’altro il miscuglio “anima-corpo”. La fisiologia umana riguarda però la triade, mentre la mascheratura nella diade, la sua patologia. Nella triade infatti l’anima sta al proprio posto, tra lo spirito e il corpo; nella diade l’anima sta invece sullo stesso piano del corpo, al quale si sovrappone, allontanandosi in pari misura dallo spirito, cioè dall’io.

Questa, tuttavia, come il terrorismo dell’Isis, non è che una malattia storica o, per meglio dire, evolutiva. “Questa - dice infatti il Cristo, alludendo a Lazzaro (Lucio Russo, op. cit.) - non è una malattia da morirne, ma è per la gloria di Dio, affinché il Figlio di Dio ne sia glorificato”. Il Figlio di Dio è l’io, l’Isis superiore, l’Iside Sophia, l’Antroposofia, la scienza dello spirito, la scienza dell’io.
Non avendo in vista la realtà dell’io o dell’immanenza dello spirito, non è possibile sanare alcunché: né l’anima del cattolicismo malata di materialismo, né l’Isis, perché la psiche corrisponde allora a quel mero aspetto tenebroso dell’anima che il mito presenta come Iside-Ecate, legge del taglione, brama delle settanta vergini per chi si fa esplodere come “martire”, et similia…

Ecco dunque l’esigenza  di una triarticolazione sociale non menomata dagli accademici o monca dei suoi necessari fondamenti, dato che, così mascherata, non potrebbe che generare ulteriore nuovo terrorismo.